Piattaforma Pastoralp

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Video Tutorial per utilizzare la piattaforma online del progetto LIFE PASTORALP

La piattaforma è stata realizzata grazie alla collaborazione del consorzio Pastoralp

      

Contenuto

La piattaforma PASTORALP è costituita da sette sezioni:

INTRODUZIONE

include una descrizione sintetica dei contenuti ed obiettivi della piattaforma

CARTOGRAFIA

in questa sezione è disponibile la cartografia prodotta delle risorse pastorali nelle due zone di studio in particolare l’estensione, la tipologia e la classificazione delle principali tipologie pastorali di alta montagna.

MONITORAGGIO

include una serie di camere e sensori NDVI posizionati sia nel Parco Nazionale del Gran Paradiso che nel Parc Des Ecrins per monitorare la fenologia dei pascoli. Permette la consultazione in tempo reale di dati riguardanti l’umidità dell’aria e la temperatura in alcune zone del Parc Des Ecrins e immagini continuamente aggiornate in alcune zone del parco nazionale del Gran paradiso.

IMPATTI

in questa sezione sono riportate, sottoforma di mappe interattive di facile utilizzo, informazioni riguardanti le variazioni rispetto al presente dei principali indicatori climatici in due finestre temporali future (2011-2040 and 2041-2070) secondo gli scenari RCP 4.5 e 8.5 dell’IPCC. Sono inoltre disponibili mappe interattive relative al cambiamento delle aree idonee alle risorse pastorali nel clima futuro rispetto al presente.

ADATTAMENTO

questa sezione include le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici (misure tecniche e politiche) applicabili nelle aree di studio e replicabili anche in altri contesti alpini. Queste sono state identificate considerando la loro applicabilità, impatti sulla biodiversità, i fattori di successo, le difficoltà tecniche attraverso test in aree pilota, consultazioni con le parti interessate e applicazione di strumenti modellistici.

VULNERABILITÀ:

questa sezione include i risultati derivanti dall’analisi di vulnerabilità biogeofisica, socio-economica e biodiversità nelle due aree di studio. Sono riportati grafici e tabelle dei diversi indicatori presi in considerazione.

RACCOMANDAZIONI:

questa sezione include le principali raccomandazioni del progetto PASTORALP.

WEBGIS

questa sezione mette a disposizione in maniera interattiva tutti i dati geografici prodotti durante il progetto in un ambiente webgis consultabile da utenti esperti.

CARTOGRAFIA

PASTORALP macrotypes Questa sezione riporta una descrizione della cartografia della vegetazione dei pascoli del Parco Nazionale Gran Paradiso (PNGP) e del Parc National des Écrins (PNE).
Le carte prodotte, in versione interattiva per utenti esperti, sono consultabili nella sezione webgis.
La mappatura dei pascoli ha riguardato entrambe le aree protette:

  • nel PNE sono state aggiornate le carte pastorali prodotte nell’ambito del progetto Alpages Sentinelles aggiungendo altre sei aree per un totale di 2563 ettari;
  • nel PNGP, invece, i rilievi a terra e la mappatura dei tipi pastorali sono stati realizzati ex novo includendo tutti i pascoli d’alpeggio ricadenti nel territorio del Parco e nelle immediate vicinanze (Valle Orco in Piemonte e valli di Cogne e Rhêmes in Valle d’Aosta), per un totale di circa 4600 ettari.

A cosa serve la carta della vegetazione d’alpeggio?

La carta delle vegetazioni d’alpeggio contribuisce a:

  • ampliare le conoscenze sulla distribuzione delle risorse pastorali nelle due aree protette;
  • arricchire la gamma degli strumenti operativi per la gestione sostenibile dei pascoli d’alpeggio;
  • sviluppare un metodo automatizzato di identificazione e mappatura delle principali categorie di pascolo attraverso l’analisi dei dati satellitari;
  • studiare nel tempo le dinamiche legate ai cambiamenti climatici e alla gestione del territorio.

Com’è stata realizzata la carta?

La carta dei pascoli del PNGP è stata realizzata a partire dalla Carta degli habitat del Parco, mediante l’interpretazione di foto aeree, l’utilizzo di cartografie di supporto e, soprattutto, l’identificazione delle associazioni vegetali svolta in campo da professionisti esperti in pastoralismo nel periodo 2018-2020.

I territori dei due parchi ricadono nelle zone di validità di tre differenti classificazioni delle vegetazioni d’alpeggio. Il PNE rientra nella zona di validità della tipologia proposta da Jouglet (1999) per le Alpi francesi del Sud (1999), mentre il territorio del PNGP rientra in parte in quella proposta per la Vanoise e la Valle d’Aosta da Bornard et al. (2006) e in parte da quella definita da Cavallero et al. (2007) per il Piemonte. Per definire una classificazione delle vegetazioni che fosse comune per l’insieme dell’area di studio, si sono quindi armonizzate le diverse tipologie, individuando 13 categorie pastorali comuni, presentate di seguito.

Si riporta di seguito una sintetica descrizione delle tipologie pastorali:

  • Cotiche pingui: generalmente localizzate su pianori o versanti subalpini a pendenza modesta e suolo fertile. Vegetazione molto alta (più di 50 cm) e densa, dominata da graminacee a foglia larga.
  • Cotiche intermedie subalpine: generalmente localizzate su pianori o versanti subalpini a pendenza modesta o media e suolo mediamente fertile. Vegetazione densa e alta (da 30 a 50 cm), dominata da graminacee a foglie fini o medie.
  • Nardeti: si trovano di solito in settori periferici dell’alpeggio, su dossi o versanti di media pendenza del piano subalpino o alpino con suoli poveri in elementi nutritivi. Vegetazione di media altezza (20-30 cm), con densità variabile, dominata da graminacee a foglie fini, in particolare Nardus stricta.
  • Cotiche termofile dense: su pendii solatii con pendenza media o forte del piano subalpino e alpino, su terreno asciutto e abbastanza profondo. Vegetazione alta da 30 a 50 cm, densa, con copertura erbacea quasi totale.
  • Paniculeti: su versanti solatii a media pendenza del piano subalpino. Vegetazione molto alta (oltre 50 cm) e densa, dominata da graminacee, in particolare Patzkea paniculata, dalle foglie lunghe e spesse, in folti cespi.
  • Brachipodieti: su versanti solatii a pendenza media o forte del piano subalpino. Vegetazione di media altezza (20-30 cm) e densa, dominata da ciperacee e graminacee, in particolare da Brachypodium pinnatum.
  • Cotiche termofile discontinue: su versanti solatii con pendenza da media a forte. Vegetazione di altezza modesta o media (da 10 a 30 cm), con densità variabile.
  • Cotiche intermedie alpine: localizzate generalmente su versanti con pendenze modeste, creste ventose e dossi del piano alpino. Vegetazione rasa dominata da graminacee di taglia ridotta e a foglie fini, ciperacee o Trifolium alpinum.
  • Cotiche nivali: vegetazione molto rasa (< 10 cm) di vallette nivali, pianori o versanti con pendenze modeste lungamente innevati, in ambiente alpino e nivale.
  • Lande: vegetazione con uno strato arbustivo e uno erbaceo, in ambiente subalpino e alpino.
  • Vegetazioni nitrofile: vegetazione su pianori o versanti a bassa pendenza del livello subalpino; queste formazioni erbacee, dominate da specie nitrofile, si sviluppano in aree di accumulo di eccessive deiezioni animali.
  • Macereti: aree con più del 50% della superficie occupata da pietre e rocce, su pendii ripidi, situati sotto creste o barriere rocciose.
  • Zone umide: zone molto umide con eccesso d’acqua temporaneo o permanente.

Tabella 1. Corrispondenze del tipo di pascolo tra le tre tipologie di vegetazione nell’area di studio.

CATEGORIA PASTORALE TIPOLOGIE DI VALLE D’AOSTA- VANOISE TIPOLOGIE PIEMONTESI TIPOLOGIE DELLE ALPI FRANCESI MERIDIONALI
Cotiche pingui S3 8, 56, 57, 59
Cotiche intermedie subalpine S2 52, 53, 54, 60, 64, PI3
Nardeti S1, A8 29, 30, 32, 41, 47, 48, 49, 61 PI2, PI4
Cotiche termofile dense A3, S4 11, 40 PT1
Paniculeti S6 26 PI6, PI7
Brachipodieti S5 3, 25 PT2, PI5
Cotiche termofile discontinue SA1, SA2, SA3, A1, A2 13, 17, 19, 24, 46, 50 PT3, PT4, PI1
Cotiche intermedie alpine A4, A5, A6, A7 21, 22, 33, 35, 36, 37 PT5
Cotiche nivali A9, A10 72, 74, 75, 76, 77, 79 PN1, PN2, PN3, PN4
Lande L1, L2, L3 90, 91, 92 F1, F2, F3, F4
Vegetazioni nitrofile 67, 69 RA1, RA2
Macereti E 70 E1, E2
Zone umide ZH 81, 86 ZH1, ZH2

Bibliografia

– Bornard A., Bassignana M., Bernard-Brunet C., Labonne S., Cozic P., 2006. Les végétations d’alpage de la Vanoise. Description agro-écologique et gestion pastorale. Quae éditions.

– Cavallero et al., 2007. I Tipi pastorali delle Alpi piemontesi. Alberto Perdisa Editore.

– Jouglet, J.-P.(1999). Les vègètations des alpages des alpes françaises du sud: Guide technique pour la reconnaissance et la gestion des milieux pâturés d’altitude. Quae éditions.

Vegetazione pastorale nelle Alpi Interne: la gerarchia


L’approccio del remote sensing

La carta dei tipi pastorali del PNGP, realizzata con le osservazioni in campo, è stata utilizzata per sviluppare e validare modelli di classificazione automatica delle superfici tramite l’analisi di immagini satellitari (Landsat e Sentinel2).

Questo metodo ha permesso di rappresentare la distribuzione e le caratteristiche di produttività delle risorse pastorali. In particolare sono state prodotte le seguenti carte, consultabili sul webgis

  1. Identificazione della presenza di superfici erbacee
  2. Classificazione del pascolo in tre classi d produttività
  3. Classificazione del pascolo nelle 13 categorie pastorali descritte in precedenza.
PASTORALP macrotypes
Vegetazioni d’alpeggio

 

MONITORAGGIO

Questa sezione include dati di monitoraggio in tempo reale della fenologia dei pascoli, derivanti da una serie di fotocamere e sensori NDVI posizionati sia nel Parco Nazionale del Gran Paradiso che nel Parc National des Ecrins.

Parco Nazionale Gran Paradiso: nel Parco è presente una rete di sensori phenocam e NDVI che permettono di tracciare l’evoluzione stagionale delle proprietà strutturali e funzionali della vegetazione e le loro interazioni con il clima e il pascolamento. I siti di osservazione sono situati lungo un gradiente di gestione: un pascolo di alta quota a 2300 m slm (Levionaz), un pascolo estensivamente pascolato a 2000 m slm (Lauson), un pascolo intensamente sfruttato (Epinel) a bassa quota (~1500 m slm). I dati raccolti sono usati per capire le interazioni tra la diversità tassonomica e funzionale con le condizioni del sito, il clima, e l’intensità, la frequenza e i tempi del pascolo. Rappresentano anche osservazioni sul campo che possono essere utilizzate per validare dati telerilevati e/o utilizzate come dati di input per strumenti modellistici.

Parco Nazionale des Ecrins: diversi sensori sono stati installati nel parco, con l’obiettivo di monitorare la fenologia dei pascoli a diverse altitudini (e quindi condizioni agroclimatiche) e gestioni. Due siti sono situati a Crouzet (basso e alto) di L’Argentière-la-Bessée. Un sito è situato a 1940 m sul livello del mare in un prato subalpino, e l’altro è situato nella zona alpina a 2350 m sul livello del mare, in un prato alpino. Entrambi i siti sono dotati di sensori NDVI e telecamere per il monitoraggio del paesaggio. I sensori NDVI e la telecamera installati sul sito inferiore possono trasmettere dati in tempo reale (non ancora disponibili), mentre la telecamera installata sul sito superiore no. Un altro sito è a Lautaret, che attualmente trasmette temperatura e umidità dell’aria, velocità del vento, valori NDVI e copertura nevosa in tempo reale.

Clicca su uno dei bottoni qui sotto per vedere i dati in tempo reale dal parco relativo.
Le webcam per il monitoraggio della fenologia sono attive e funzionanti solo durante i mesi estivi.

IMPATTI

Sono stati considerati due scenari di cambiamento climatico tra quelli forniti dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici). RCP 4.5, più ottimista, con emissioni medie, e alcune strategie mitigative applicate; e RCP 8.5, uno scenario pessimistico, con alte emissioni e nessuna strategia mitigativa in atto. Nota: RCP (Rapresentative Concentration Patways) è l’andamento della concentrazione di gas ad effetto serra in atmosfera.

RCP4.5 RCP8.5
Programmi di riforestazione Nessuna politica per la mitigazione dei GHG
Riduzione allevamenti CO2 3-4 volte superiore al presente (280ppm)
Adozioni di politiche sul clima Aumento delle emissioni di CH4
Aumento della CO2 fino al 2040, poi stabilizzazione Aumento della popolazione (12 miliardi nel 2100)
Utilizzo di carburanti fossili

Per quanto riguarda gli andamenti climatici:

Variabile PNE PNGP
Aumento delle Tmin > delle Tmax (1-2°C vs 2-3°C) Tmin > Tmax Tmin > Tmax
Aumento delle precipitazioni medie mensili precipitazioni precipitazioni
Piogge maggiormente concentrate in fenomeni intensi RCP45 e RCP85 RCP45 e RCP85

L’analisi del dataset per RCP 4.5 e 8.5 ha evidenziato che le precipitazioni mensili aumentano, rispetto alla baseline, in entrambi gli scenari con una leggera asimmetria verso il Parco des Écrins, dove gli aumenti sono stati generalmente più elevati rispetto al Parco Gran Paradiso in entrambe le fasce temporali FP1 e FP2. In entrambe le regioni, una certa diminuzione delle precipitazioni mensili è generalmente registrata nel periodo estivo, ma non è possibile evidenziare una tendenza chiara. Non è evidente un modello chiaro quando si analizzano le differenze tra le fasce temporali, tanto che non c’è una tendenza all’aumento/diminuzione delle precipitazioni mensili dal FP1 al FP2. Lo stesso vale per l’effetto dello scenario. Nonostante l’aumento delle precipitazioni, è probabile che si verifichino eventi estremi (alluvioni, piogge intense, ecc.), poiché i periodi di siccità (numero di giorni consecutivi senza precipitazioni) sono aumentati nella stagione estiva in entrambe le aree nel prossimo futuro.

La simulazione di Tmin e Tmax ha evidenziato un aumento generale delle temperature con una leggera tendenza stagionale sia per Tmax che per Tmin, dove gli aumenti maggiori sono stati registrati in estate mentre quelli minori in autunno-inverno. Tmin e Tmax sono generalmente aumentate da FP1 a FP2 sia in RCP 4.5 che 8.5, dove RCP 8.5 ha registrato gli aumenti di temperatura più elevati. È evidente un’asimmetria nell’aumento della temperatura per Tmin e Tmax, dove Tmin ha registrato aumenti maggiori nel corso dell’anno, indipendentemente dagli scenari e dai PQ, rispetto a Tmax. Gli aumenti medi annuali di Tmin e Tmax sono simili per entrambi i parchi.

Per visualizzare la mappa degli impatti, prima scegliere la variabile e il relativo indicatore nel pannello di destra (ad es. “temperatura” → “media estiva”) quindi selezionare il periodo (se è il presente, verranno mostrati i valori assoluti, ad es. gradi celsius, se invece è un periodo futuro, verrà mostrata la differenza, ovvero il delta, ad es. in gradi celsius).

Maggiori informazioni

È possibile approfondire sul webgis di PASTORALP

clima

PASTORALP suitability

idoneità

ADATTAMENTO

Questa sezione mostra in modo interattivo una lista di possibili misure tecniche di adattamento identificate per affrontare l’adattamento al cambiamento climatico per le due aree di studio. Queste misure (di tipo tecnico e politico) sono state identificate tenendo conto della loro applicabilità, impatto sulla biodiversità, fattori di successo, difficoltà nella loro applicabilità operativa e dopo averne a lungo discusso con i portatori di interesse locali attraverso interviste. Una descrizione dettagliata di queste misure è inclusa nel Deliverable C.6 (Misure di adattamento realizzabili – https://www.pastoralp.eu/materiali/deliverable/) e costituirà la base per sviluppare il piano d’azione sui cambiamenti climatici nei contesti pastorali alpini (Azione C.8) finalizzata a promuove l’adattamento dei pascoli per l’intera catena alpina.

Sotto la tabella interattiva è presente un glossario per la spiegazione dei termini più tecnici e/o di settore.

Scegli il tipo di strategia di adattamento qui sotto per navigare nella tabella.

 

Rischi climatici Conseguenze sull’ambiente (suolo, vegetazione e acqua) o sugli animali Possibili conseguenze sul sistema pastorale Possibili adattamenti Aspetti da tenere in considerazione (gestione e biodiversità) Difficoltà tecniche Fattori di fallimento o di successo

• Scarsità di neve, inverno molto secco (esposizione al gelo) oppure
• Precoce fusione della neve seguita da gelate primaverili oppure
• Primavera tardiva o fredda
Primavera precoce
Siccità in primavera e scarso innevamento
Siccità molto marcata all’inizio dell’estate
Ondate di calore e vento all’inizio dell’estate
Estate molto calda e secca, canicola e siccità
Estate piovosa
Precipitazioni intense
Autunno molto mite

Glossario

GLOSSARIO DELLE MISURE TECNICHE
Termine in Francese Termine in Italiano Traduzione in Inglese Descrizione
Alpage Alpeggio Summer mountain pastures L’alpeggio è un’unità pastorale d’alta quota utilizzata in estate da mandrie e greggi appartenenti a uno o diversi allevatori. Solitamente l’alpeggio è costituito da un numero variabile di tramuti, dove la mandria e i suoi pastori si fermano per il periodo necessario per consumare i pascoli circostanti. Le soste nei tramuti, posti a quote differenti, avvengono sia in salita che in discesa nel corso della stagione, in funzione della disponibilità di foraggio.
Quartiers d’août Tramuto superiore High altitude pastoral paddock Tramuto posto all’altitudine maggiore, i cui pascoli sono generalmente pascolati ad agosto.
Amontagnage Monticazione Climbing Transumanza verticale stagionale, che ha luogo nel periodo di inizio estate quando le mandrie e le greggi vengono trasferite dal fondovalle agli alpeggi.
Démontagnage Demonticazione Downclimbing Discesa del bestiame dagli alpeggi al fondovalle alla fine della stagione estiva
Pâture intégrale Pascolamento integrale 24 hours grazing time In questa forma di gestione, gli animali sono mantenuti sul pascolo giorno e notte e non è ne previsto il rientro in stalla la sera.
Végétation grossière Vegetazione grossolana Coarse vegetation Si tratta di vegetazione graminoide poco appetita (Patzkea paniculata, Brachypodium gr. pinnatum, Helictotrichon spp., Deschampsia caespitosa, Calamagrostis spp. ecc.)
Bois adaptés à une utilisation sylvo-pastorale Boschi vocati per un utilizzo silvo-pastorale Forests suitable for sylvo-pastoral use Si tratta di boschi in genere coetanei che possiedono uno strato erbaceo strutturato, possibilmente ricco di graminacee e/o leguminose e/o uno strato arbustivo con un riconosciuto valore pastorale. Si tratta soprattutto di lariceti, boschi secondari di latifoglie (betuleti, pioppeti, acero-frassineti d’invasione, ecc), pinete di pino silvestre e querceti di roverella o cerro ricchi di graminacee e leguminose, talora peccete. Sono esclusi i popolamenti a protezione diretta, i popolamenti in corso di rinnovazione o di trasformazione e quelli disetanei in qualunque fase di crescita. Faggete, abetine, querco-carpineti non presentano una particolare vocazione silvo-pastorale. Nei popolamenti vocati le condizioni del cotico erboso, di luminosità al suolo e di transito per il bestiame pascolante possono essere migliorati con appositi diradamenti silvo-pastorali, anche mediante la trasformazione di popolamenti irregolari, senza gestione e senza particolari altre vocazioni riconosciute.
Petite faune
Fauna minore Minor species Il termine “minore” non ha alcun significato biologico o sistematico: si tratta di specie animali di piccole dimensioni quali anfibi, rettili, pesci, piccoli mammiferi e insetti.
Alcune di queste sono specie di interesse conservazionistico inserite nella Direttiva Habitat (92/43/CEE) o nella Direttiva Uccelli (2009/147/EC), che ne definiscono i livelli di protezione.
Mayen Mayen Mayen Pascolo di mezza montagna, utilizzato salendo in quota o discendendo dall’alpeggio, generalmente all’inizio e la fine del periodo di pascolamento.


VULNERABILITÀ BIOGEOFISICA

Introduzione

Al fine di valutare la vulnerabilità dei sistemi pastorali nelle due aree di studio e quantificare gli impatti dei cambiamenti climatici futuri in funzione anche di alcune delle strategie di adattamento ipotizzate, sono stati utilizzati due strumenti modellistici (PaSim, DayCent), opportunamente calibrati e validati per la regione alpina. Questo approccio ha consentito di individuare le migliori misure tecniche di adattamento con l’obiettivo di garantire la continuità della produzione di foraggio, immagazzinando al contempo il carbonio nel suolo, migliorando lo spandimento del letame e promuovendo la biodiversità.

PaSim - un modello specifico per prati e pascoli - e DayCent - un modello colturale generico - sono entrambi modelli biogeochimici che simulano i flussi giornalieri di carbonio e azoto all'interfaccia atmosfera-vegetazione-suolo e la loro variazione al mutare delle condizioni climatiche e gestionali. Utilizzando una visione meccanicistica (ecosistemica) dei pascoli, i modelli consentono di stimare la produzione vegetale e animale, le emissioni di gas serra e i cambiamenti nello stoccaggio del carbonio, nonché la loro evoluzione in base a proiezioni climatiche future e alle opzioni di gestione alternative.

Per ridurre le incertezze associate alle osservazioni e alle simulazioni, un'analisi approfondita dei dati disponibili ha permesso di valutare la sensibilità dei pascoli alpini ai fattori ambientali e di identificare, attraverso indici di vegetazione da satellite, gruppi di pascoli a bassa, media ed alta quota nelle Alpi francesi ed italiane. Tuttavia, i risultati ottenuti dai nostri modelli di simulazione mantengono un’incertezza derivante da diverse fonti come, ad esempio, la struttura del modello, la parametrizzazione, i dati di input. Risulta quindi difficile determinare il modo in cui questa incertezza si manifesta nelle stime del modello. Pertanto, i risultati ottenuti devono essere interpretati con l'aiuto di soggetti esperti, in grado di ridurre tale incertezza. Inoltre, è da evidenziare la differenza di affidabilità dei modelli applicati nei due parchi nazionali. Se per il Parco Gran Paradiso le aree a bassa, media ed alta quota sono state modellate combinando dati raccolti in campo con predittori derivanti da dati satellitari, nel Parc National des Ecrins la definizione di tali aree si è basata unicamente su dati da remoto.  Qui un estratto dei dati ottenuti dal modello DayCent per il Parco Nazionale Gran Paradiso e il Parco Nazionale des Écrins: sono illustrate le fasi fenologiche, la produzione foraggera nella fase di picco della stagione ed i valori di Net Ecosystem Exchange per il presente, il futuro prossimo (2011-2040) e lontano (2041-2070) in base ai pascoli dislocati in diverse fasce altimetriche: bassa quota (1800-2100 m), media quota (2100-2200 m) e alta quota (2200-2400 m). 






RACCOMANDAZIONI

Sulla base delle strategie di adattamento individuate, sono state sviluppate le raccomandazioni per decisori e responsabili politici a tutti i livelli - locale, regionale, nazionale e transnazionale - sui risultati chiave del progetto, con l'obiettivo di promuovere sistemi socio-ecologici più resilienti, da applicare sugli alpeggi.

L'obiettivo delle raccomandazioni politiche è quindi quello di stimolare lo sviluppo e il sostegno per un migliore adattamento dei sistemi pastorali di montagna ai cambiamenti climatici, agendo sui diversi ambiti che compongono il sistema: gestione dell'alpeggio; gestione delle risorse idriche; protezione della biodiversità; multifunzionalità e coabitazione pastoralismo/turismo; cooperazione e formazione.

GESTIONE DELL'ALPEGGIO

L'obiettivo è promuovere una gestione sostenibile del pascolo che preservi, in uno scenario di cambiamento climatico e di eventi meteorologici estremi più frequenti, la qualità e quantità della risorsa foraggera, tenendo conto della biodiversità.

Rendere più flessibile l'utilizzazione degli alpeggi

Tollerare o non bloccare gli adattamenti specifici che non degradano l'ambiente e garantiscono l'alimentazione delle mandrie, come:

  • modifiche del calendario di pascolamento;
  • modifiche del numero di capi;
  • scambi annuali, di lieve entità, di superfici a pascolo tra alpeggi confinanti;
  • spostamenti di animali verso altre zone.

Privilegiare una logica di risultato

Incoraggiare l'attuazione di misure agroambientali e climatiche basate sui risultati, piuttosto che su vincoli e impegni predeterminati, come ad esempio il carico animale, che irrigidiscono il sistema.

Prevedere strumenti di gestione - come i piani pastorali aziendali - che tengano conto delle specificità di ciascun alpeggio. Promuovere misure la cui applicazione si basa sull'unità di gestione (alpeggio) e non solo sul criterio della superficie.

Favorire un approccio eco-pastorale di territorio

Inserire gli alpeggi nelle strategie più generali di gestione del territorio. Incoraggiare approcci collettivi (gruppi pastorali, consorzi di miglioramento fondiario, consorterie, associazioni ecc.) aventi un impatto più ampio sul territorio, promuovendo la creazione di reti e il sostegno ai proprietari nella gestione degli alpeggi. Creare un organismo di regolamentazione per gli alpeggi e strumenti regolatori atti a prevenire e far fronte alle distorsioni del mercato connesse agli aiuti legati alle ampie superfici d'alpeggio.

Migliorare l'utilizzazione di tutte le aree di pascolo dell'alpeggio

Attrezzare gli alpeggi (es. costruzione e ristrutturazione di edifici; abbeveramento degli animali) per distribuire meglio il carico di bestiame su tutti i pascoli. Fornire assistenza tecnica e adeguato supporto finanziario ai proprietari e/o agli affittuari per effettuare lavori su edifici, infrastrutture e attrezzature. Migliorare l'accesso agli alpeggi e ai pascoli con una valutazione caso per caso (recupero e/o costruzione di piste carrabili, sentieristica, uso di elicotteri, teleferiche, monorotaie ecc.).

Ampliare le aree di pascolo degli alpeggi o delle aziende di fondovalle

Disporre di procedure e strumenti per affrontare i problemi legati alla parcellizzazione fondiaria (appezzamenti con più proprietari o proprietari sconosciuti, appezzamenti inutilizzati). Incoraggiare l'uso di zone tampone e il recupero di aree pastorali invase da vegetazione arbustiva e arborea.

Applicare una gestione silvo-pastorale integrata, favorendo, attraverso l'adeguamento normativo e i piani di gestione forestale, il pascolamento nei boschi vocati. Creare un obbligo di consultazione per l'elaborazione di piani di gestione forestale che tengano conto dell'attività pastorale.

Accompagnare l'adattamento

Migliorare e sviluppare strumenti di analisi della vulnerabilità climatica in alpeggio. Disporre di personale e di strumenti tecnici per l'affiancamento e il supporto agli allevatori (formazione, consulenza, educazione), affinché possano tenere in considerazione le raccomandazioni relative alla gestione degli habitat o alla conservazione delle specie. Incoraggiare la condivisione e diffusione di informazioni, la creazione di gruppi di lavoro (visite condivise a fine stagione) tra i conduttori d'alpeggio e gli altri attori del territorio. Facilitare la nascita e l'attuazione di progetti attraverso un'assistenza organizzata. Potenziare le strutture di supporto tecnico alla pastorizia (centri di ricerca, associazioni).

PUNTI DI ATTENZIONE E SPECIFICITÀ DEI SITI PILOTA
[PNE - PNGP] I territori sono caratterizzati da un'importante parcellizzazione fondiaria e dalla frequente comproprietà delle parcelle, fattori che rendono difficoltosa la gestione contrattuale.
[PNGP VdA] La dissociazione tra proprietà e conduzione d'alpeggio penalizza gli investimenti sulle strutture d'alpeggio.
[PNGP] I meccanismi di attribuzione degli aiuti legati alle superfici creano effetti distorsivi sul mercato delle locazioni d'alpeggio.

IL PUNTO DI VISTA DEI PORTATORI DI INTERESSE

ALESSANDRO ROTA

Autorità di gestione del Complemento Regionale di Sviluppo Rurale del Piano Strategico della PAC 23/27 della Valle d'Aosta

L'azione che stiamo portando avanti per l'attuazione della PAC in Valle d'Aosta nel periodo 2023-2027 va nella direzione tracciata da queste raccomandazioni. Grazie anche alla partecipazione e al confronto avviato con il progetto PASTORALP fin dal 2019, stiamo pianificando l'attuazione di diversi strumenti che ci traghettano da un'applicazione trasversale delle misure agro-climatico-ambientali a soluzioni "su misura", volte a considerare le specificità dei diversi contesti e a promuovere logiche di risultato. Nello specifico, per la corretta gestione dei pascoli stiamo lavorando all'introduzione di due strumenti: il Piano comprensoriale e i Piani di pascolamento.

Il primo, grazie ad un atto deliberativo preliminare, sarà lo strumento di pianificazione dei prato-pascoli dell'intera Regione, definirà il quadro generale anche in deroga alle disposizioni nazionali, partendo dalla definizione chiara e univoca di "prato" e di "pascolo", stabilendo poi i concetti di turni di pascolamento, periodo del pascolo, tipologia di animali, con la definizione del carico potenziale per categorie pastorali e la previsione di linee guida per la redazione dei Piani di pascolamento. Sulla base di questo quadro programmatorio "macro" di comprensorio, i Piani di pascolamento declineranno a livello "micro" aspetti quali: le aree pascolabili realmente utilizzate dalle mandrie; i tramuti e i quartieri di pascolamento; le superfici ammissibili; le aree di interesse non immediatamente fruibili; le migliorie da mettere in atto; le specie e categorie di bestiame monticate; il carico teorico ottimale derivante dall'analisi delle produttività potenziali delle diverse zone; simulazioni e scenari evolutivi, adattabili anche in funzione di eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici in atto.

Questa nuova impostazione è frutto della capitalizzazione della metodologia di classificazione e mappatura delle principali tipologie di pascoli montani testata dal Progetto PASTORALP nell'area pilota del Parco nazionale Gran Paradiso.

L'estensione di questa metodologia sull'intero territorio regionale, grazie ad una specifica convenzione con ARPA VdA, sta portato alla definizione del Catasto dei pascoli che fornisce i dati, con riferimento ad altitudine, pendenza, indici di copertura vegetale, produttività di sostanza secca, carico medio annuo espresso in UBA, ad una griglia territoriale di 20 metri per 20 metri. Uno strumento fondamentale che, messo a disposizione di tutti, costituisce la base di partenza per la definizione dei piani, riducendone la complessità e i costi di elaborazione. Per noi come amministrazione regionale si tratta di un importante traguardo perché ci permette di riappropriarci degli strumenti di lettura e classificazione del nostro territorio, dopo anni nei quali questa classificazione era effettuata e aggiornata a livello nazionale con strumenti e metodi sui quali potevamo incidere solo marginalmente.

Siamo consapevoli che si tratti di un cambiamento radicale: da aiuti a superficie calcolati automaticamente con algoritmi trasversali andiamo verso misure pianificate caso per caso, volte a conservare, recuperare o migliorare le potenzialità produttive nel rispetto della biodiversità, del paesaggio, permettendo una flessibilità e un adattamento oggi indispensabili a fronte di eventi meteorologici sempre più estremi e scenari climatici in rapida evoluzione.

Per rendere effettivo questo passaggio siamo consapevoli di dover garantire un adeguato accompagnamento, in termini di formazione (degli agricoltori e dei professionisti) e di supporto; stiamo lavorando in questa direzione attraverso il nuovo sistema della conoscenza e innovazione in agricoltura "AKIS - Agricultural Knowledge and Innovation System", promosso dalla PAC per il periodo 2023 – 2027.

La sfida va affrontata insieme, in uno scambio continuo tra amministrazione, rappresentanze degli agricoltori, professionisti del settore e ricerca scientifica.

WebGIS

Questa sezione mette a disposizione mappe interattive prodotte durante il progetto in un ambiente webgis, utilizzabili da utenti esperto in software GIS (Geographical Information Systems).  Le mappe disponibili sono le seguenti:

  • Clima attuale e futuro (valori assoluti e variazione)
  • Attitudine pastorale
  • Vegetazioni d’alpeggio

clima

PASTORALP suitability

idoneità

PASTORALP macrotypes

Vegetazioni d’alpeggio

Include la carta dei tipi pastorali del Parco Nazionale Gran Paradiso (approfondimenti in cartografia) e cartografie risultanti da modelli di distribuzione della vegetazione (presenza di superfici erbacee, 3 macrocategorie di produttività, 13 categorie pastorali)


Per richiedere i dati digitali, si prega di inviare una email a Camilla Dibari: camilla punto dibari chiocciola unifi punto it